Di primo acchito si potrebbe pensare che per un Ente Locale come un Comune sono poche le possibilità di poter essere incisivo nel mercato del lavoro, sopratutto se si tratta di trovare occupazione a chi ne è sprovvisto.
In realtà la questione lavoro la si deve affrontare mettendo in relazione più sinergie dentro le quali ha una sua collocazione anche un Ente Locale. Cosa può fare un Comune.
Innanzi tutto impedire attraverso l’unico strumento legiferante che possiede, il P.G.T. (Piano di Governo del Territorio) una selvaggia trasformazione delle aree a destinazione industriale-artigianale in aree con altra destinazione (specie residenziale).
Significherebbe rendere assai remunerativa la loro rendita fondiaria con il risultato che chi possiede aree industriali-artigianali finirebbe per mettere in atto la dismissione delle attività od il loro trasferimento altrove, creando nuova disoccupazione.
Il P.G.T. recentemente approvato a Pero purtroppo comporta più di una scelta che va in questo senso e quindi se la nostra Lista Civica dovesse amministrare Pero dovrà rivedere il Piano vigente.
In secondo luogo (ed è il caso di definirlo in accordo con gli operatori economici del territorio) bisogna introdurre norme di Piano che consentano l’ampliamento degli insediamenti industriali di chi vuol mantenere la propria attività a Pero, perchè oggi, sopratutto per le aziende qui presenti da sempre, tali norme sono troppo restrittive, non consentono ampliamento di superficie utile influendo anche sulla possibilità di mettere in atto mirate politiche di riconversione della produttività.
Pero inoltre possiede un Regolamento Edilizio datato, non più confacente anche con le trasformazioni avvenute nell’ambito della produzione, dei sistemi di produzione e della commercializzazione del prodotto.
Va preso in esame nell’immediato, rivisato, revisionato ed aggiornato introducendo norme che evitino di essere un freno sia per l’ambito della produzione industriale-artigianale che per l’ambito commerciale sopratutto di quello al dettaglio: nuove attività insediabili sul territorio e nuova occupazione dipendono anche dai contenuti di questo strumento.
Altro elemento fondante quello di costituire uno sportello del lavoro comunale concreto e non passivo.
Uno sportello che non deve limitarsi ad essere genericamente in rete con altri (il che va anche bene), ma che abbia una propria autonoma peculiarità.
Lo sportello va gestito da una risorsa umana a tempo pieno che operi ed agisca secondo gli indirizzi e le direttive che l’esecutivo istituzionale (la Giunta ) deve indicare:
- occorre una banca dati sempre aggiornata che contenga più informazioni: imprese presenti sul territorio, offerta di lavoro, domanda di lavoro, classificazione per età, sesso e curricula dei richiedenti occupazione,
- bisogna far interagire quotidianamente offerta e domanda e viceversa,
- si devono aprire relazioni continue tra pubblica amministrazione e imprenditoria.
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